Questa Camera Penale ha raccolto alcune segnalazioni nelle quali si evidenzia un utilizzo disinvolto, da parte di colleghi di questo e di altri Fori, della comunicazione anche a fini pubblicitari e comunque promozionali attraverso social network e siti internet.
E’ evidente che, nel particolare momento storico che ci troviamo a vivere, la comunicazione anche attraverso i social network assume un ruolo centrale, sia per relazionarsi con i colleghi che con i clienti.
Tali forme di comunicazione, anche per le caratteristiche di diffusività, immediatezza e mancanza di filtro, ci impongono tuttavia un’adesione ancora più rigorosa e coscienziosa ai principi stabiliti dal Codice Deontologico oltre che dallo Statuto della nostra Associazione.
In particolare, non può non rimarcarsi la necessità, anche al di fuori dell’attività professionale di osservare i doveri di probità, dignità e decoro, nella salvaguardia della propria reputazione e della immagine della professione forense, ai sensi dell’art. 9 del citato codice.
Ai sensi dell’art.17, le informazioni diffuse pubblicamente con qualunque mezzo, anche informatico, debbono essere trasparenti, veritiere, corrette, non equivoche, non ingannevoli, non denigratorie o suggestive e non comparative.
Infine, che nei rapporti con gli organi di informazione l’avvocato deve ispirarsi a criteri di equilibrio e misura, nel rispetto dei doveri di discrezione e riservatezza.
Tanto non appare rispettato in moltissimi contributi diffusi attraverso i social network, in cui si evidenzia il richiamo a presunte cariche e primati; ad iniziative giudiziarie e di proposta politica, invero al limite dell’inverosimiglianza; alla promozione di class action contro alcune categorie di lavoratori, come ad esempio il personale sanitario evidentemente protagonista in questo periodo di emergenza.
La Camera Penale non resterà inerte e, al contrario, vigilerà in maniera attenta e severa perché siano rispettati gli indicati principi deontologici, riservandosi in caso contrario di intraprendere un procedimento disciplinare nelle forme previste dal proprio Statuto, nonché di segnalare tali comportamenti ai competenti organi di disciplina.