In allegato il provvedimento del Presidente del Tribunale
Ill.mo Sig. Presidente del COA di Torre Annunziata
Ill.mi Sigg.ri Consiglieri
In merito alla nota del 04/05/2020 trasmessa per conoscenza a Questa Camera Penale, si precisa che la Camera Penale di Torre Annunziata, con comunicato pubblicato in un momento precedente, ha stigmatizzato quanto emerso da alcuni calendari di udienza, ribadendo la propria posizione di assoluta totale contrarietà, peraltro frutto di un’ampia consultazione con gli iscritti, tra cui anche alcuni Consiglieri del Coa.
Quanto agli auspici del COA, spiace deludere i desiderata di Codesti scriventi, anche perché è doveroso ribadire che la Camera Penale di Torre Annunziata ha assunto, assume ed assumerà sempre iniziative autonome, proprio perché della propria libertà di pensiero ed azione fa da sempre una bandiera.
Del resto, fa solo piacere verificare la comune condivisione della soggettività politica dei penalisti, riconosciuta in maniera unanime, innanzitutto e correttamente dal COA che in tante delibere richiama le determinazioni dell’UCPI.
Ciò, naturalmente, non esime i rappresentanti della Camera Penale di Torre Annunziata dal confronto e dalla proficua sinergia con gli Organi Istituzionali, cui viene sempre riservata una grandissima considerazione, talvolta non corrisposta.
Piena sinergia vi è stata nel mese di marzo, all’atto dell’adozione di un protocollo per la videoconferenza, quando la Camera Penale attraverso un proprio rappresentante ha contattato ripetutamente il Presidente ed il Consigliere delegato al fine di addivenire ad una posizione condivisa.
Tanto non è stato possibile nel mese di Aprile, in fase di adozione del protocollo per la fase 2, quando la Camera Penale è stata interpellata unicamente dalla Presidenza del Tribunale, solo dopo che il COA aveva già espresso un parere (datato 24 aprile), pertanto impedendo qualsiasi forma di concerto.
In conclusione, nel ricambiare i cordiali saluti, non si può che associarsi all’auspicio che per il futuro vi sia una serena sinergia per impedire il sorgere di insidiose confusioni interpretative e/o comunicative e nell’interesse dell’intera Avvocatura.
All’esito della consultazione degli iscritti del 27 Aprile us, la Camera Penale ha prestato la propria adesione alla bozza di protocollo per la gestione delle udienze penali, la cui pubblicazione è imminente.
I termini della questioni sono chiari: fermo restando l’impossibilità di comprimere, fino ad eliminarle, alcune facoltà previste dalla Legge, le udienze si celebreranno in maniera fisica.
Nessuna apertura al processo da remoto.
In data odierna, tuttavia, ha destato non poca sorpresa l’anticipazione di alcuni calendari, accompagnati da note illustrative delle modalità di celebrazione dell’udienza, la cui paternità è da attribuire in maniera esclusiva al singolo Giudice.
Si evince, in particolare, un atteggiamento di suggestivo favore nei confronti della trattazione delle udienze da remoto, salvo che non si tratti di rinvii, e, soprattutto, si ricava che tutte le udienze che, per numero di parti o avvocati, non possano celebrarsi fisicamente verranno trattate da remoto.
Tale impostazione non è in alcun modo condivisibile, perché stravolge, fino a capovolgerli, i principi su cui si fonda il protocollo, unico documento rispetto al quale la Camera Penale ha prestato adesione e solo dopo una consultazione dei soci.
Per tali ragioni, anche al fine di evitare qualsiasi equivoco, si ribadisce la totale contrarietà a qualsiasi impostazione che diverga da quella in precedenza illustrata ed approvata, impegnandosi, in caso contrario, ad una ferma protesta rispetto a forme di smaterializzazione del processo e di contestuale svilimento della funzione difensiva.