23 Giugno 2016 – “Enzo Tortora, una ferita italiana”

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Torre Annunziata –  “Enzo Tortora è stato arrestato in uno dei più lussuosi alberghi romani, il Plaza; ordine di cattura nel quale si parla di sospetta appartenenza all’associazione camorristica Nuova Camorra Organizzata (N.C.O), il clan cioè diretto e capeggiato da Raffaele Cutolo: un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga e dei reati contro il patrimonio e la persona”.

Struggente la testimonianza dello stesso Enzo Tortora che, in un’intervista concessa a Giuseppe Marrazzo il 14 maggio 1984, ricordò il drammatico momento dell’arresto avvenuto l’anno prima: «Ero in una stanza d’albergo, dove scendo da circa 20 anni; bussarono alle 4:15 del mattino, tenga presente che il giorno precedente avevo respinto con un sorriso la notizia che alcuni colleghi giornalisti (ex colleghi perché sono stato sospeso dall’ordine) mi diedero: “c è un’ansa che dice che ti hanno arrestato”. Dissi (all’epoca avevo ancora un pò di ironia): “credo che la notizia sia leggermente esagerata!”».

Era il 17 giugno del 1983.

Oltre trent’anni dopo l’arresto di Enzo Tortora, noto conduttore televisivo, politico e giornalista, il suo caso continua  e  continuerà a far discutere perché rappresenta uno degli esempi più dolorosi di malagiustizia nella storia del nostro Paese. La sua vicenda, che si concluse con l’assoluzione in appello dopo un’ingiusta detenzione cautelare e la incredibile condanna in primo grado, nonché una feroce gogna mediatica, è stata raccontata da Ambrogio Crespi nel suo “Enzo Tortora, una ferita italiana”.

Il docufilm sarà proiettato, grazie alla disponibilità del regista, nell’ambito dell’omonimo evento organizzato dalla Camera Penale di Torre Annunziata, che si terrà proprio nella città oplontina, a Villa Tiberiade, sita in via Prota 83, il 23 giugno alle ore 14,30.

Nell’occasione, dopo i saluti di rito, si assisterà alla proiezione del docufilm “Enzo Tortora, una ferita italiana”; quindi il dibattito in cui interverranno il regista Ambrogio Crespi, il giornalista Arturo Diaconale  (membro del Cda RAI e fondatore della Onlus “Tribunale Dreyfus”), l’Avv. Maria Brucale (direttivo di Nessuno Tocchi Caino), l’Avv. Domenico Nicolas Balzano (Foro di Torre Annunziata) e l’Avv. Claudio Botti (Foro di Napoli).

La Camera Penale esprime tutta la propria soddisfazione per l’imminente evento e sottolinea l’importanza della memoria storica: “Tra le disposizioni testamentarie di Tortora vi fu quella di avere nell’urna, insieme alle sue ceneri, una copia del libro “Storia della colonna infame” di Alessandro Manzoni nell’edizione con la prefazione di Leonardo Sciascia, che racconta uno dei primi casi di malagiustizia accaduto a Milano durante la terribile peste del 1630 in cui furono erroneamente condannati due untori. Sulla lapide di Tortora c’è inoltre un epitaffio, un epigrafe dello stesso Sciascia: “Che non sia un’illusione”. Ecco, il tema del dibattito sarà questo: cosa ci ha insegnato il caso Enzo Tortora? La sua vicenda  è servita quale monito per evitare episodi simili o ancora più gravi? Bisogna ripartire da questo per scongiurare che la storia del povero Tortora possa ripetersi ancora.”.

Assemblea 31/03 – Proclamazione agitazione ed astensione dalle udienze 2,3,4 Maggio

Ill.mo Sig.Ministro della Giustizia

Ill.mo Sig.Vice Presidente Consiglio Superiore della Magistratura

Ill.mo Sig.Presidente della Corte di Appello di Napoli

Ill.mo Sig.Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Napoli

Ill.mo Sig.Presidente della Corte di Appello di Napoli

Ill.mo Sig.Presidente del Tribunale di Torre Annunziata

Ill.mo Sig.Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata

Ill.mo Sig.Giudice di Pace Coordinatore di Torre Annunziata

Loro Sedi

L’Assemblea della Camera Penale di Torre Annunziata, nella seduta del 31 marzo 2016, dopo ampia ed approfondita riflessione in ordine alla grave ed intollerabile condizione di inefficienza in cui versa l’Ufficio del Giudice di Pace di Torre Annunziata – Settore Penale, ha deliberato di emanare il seguente

DOCUMENTO

Da oltre un anno si registrano presso l’Ufficio del Giudice di Pace di Torre Annunziata, Settore Penale, numerose e gravi criticità che, allo stato, rendono di fatto impossibile o comunque ostacolano il normale esercizio della giurisdizione.

L’Avvocatura penale ha, nel corso di questi mesi, anche attraverso la partecipazione a un tavolo di concertazione appositamente creato dal locale Consiglio dell’Ordine, più volte manifestato tali problematiche, offrendo spunti e proposte di fattiva risoluzione; tuttavia, nonostante l’impegno profuso dalla categoria, nonché dai singoli Colleghi che con grande abnegazione e pazienza, quotidianamente accettano di supplire finanche alle più elementari funzioni amministrative ( come, ad esempio, quella di recapitare i fascicoli in udienza, sic!), all’esclusivo fine di scongiurare l’inevitabile interruzione del servizio pubblico, nulla è stato fatto dalle controparti per adoperarsi al fine almeno di una attenuazione delle inefficienze riscontrate.

Innanzitutto, la gestione delle udienze penali, spesso gravata da un numero spropositato di fascicoli ( in qualche, purtroppo non sporadica occasione, sono stati contati oltre quaranta fascicoli ad udienza), appare letteralmente impossibile e lasciata al caso, priva di qualsiasi programmazione; ciò comporta continui disordini in aula, commistioni fra avvocati, testimoni, parti offese ed imputati, tutti ammassati nella piccola aula posta al piano terra della struttura, fatiscente e inadeguata alla sua funzione, sia per evidenti ragioni di sicurezza che finanche di igiene e capienza.

Le lunghissime attese cui tutti costoro vengono costretti generano inevitabili e quotidiani disordini, litigi, intromissioni continue nell’ordinato svolgimento dell’udienza da parte di testi e parti, desiderosi di veder chiamata la propria causa che, quindi, interrompono continuamente l’udienza.

L’estrema lentezza con cui vengono condotti i dibattimenti, aggravata dalla assenza di un ordine precostituito di chiamata delle cause, è foriera di frequenti e disdicevoli alterchi fra gli stessi testi e le parti che finiscono per coinvolgere, loro malgrado, gli stessi avvocati; frequentemente le udienze terminano in ore tardo pomeridiane e, non di rado, dopo ore di estenuanti attese, per un semplice rinvio.

La produttività è bassa e scarsa, in quanto, a fronte di numerosissimi fascicoli, solo una piccola percentuale di essi viene definita o almeno trattata; la stragrande maggioranza delle cause, sia pure con estrema lentezza, finisce per essere rinviata, nonostante la presenza delle parti e dei testi, anche a due anni di distanza, con evidente resa alla ineluttabile prescrizione di molti reati.

Le Cancellerie sono quasi sempre prive dei funzionari addetti al deposito degli atti, o perché impegnati in udienza o perché comunque assenti per altre ragioni di ufficio; benchè da anni si registri un pesante vuoto in organico, nulla è stato fatto almeno per consentire il numero minimo di impiegati che possano assicurare la continuità del servizio; al contrario, il deposito di atti, anche urgenti e in scadenza, diviene quasi sempre un’ardua impresa, per non parlare delle richieste di copia, del deposito delle sentenze, del diritto di visionare gli atti, del tutto frustrato dalle gravissime carenze di personale.

In questa situazione di totale caos, che vede fascicoli ammassati nei posti più disparati, in totale disordine e promiscuità, gli avvocati vengono lasciati a rovistare nel mare di carte polverose che gli si presenta innanzi quando hanno necessità, per adempiere al mandato professionale, di accedere in cancelleria per le più disparate ragioni, ben guardandosi i pochi impiegati rimasti a presidiare gli uffici, dal cercare i fascicoli e curare i relativi adempimenti.

La giurisdizione del Giudice di Pace non è giustizia di serie B!

La dignità e il decoro della funzione difensiva non dipende dall’Autorità giudiziaria innanzi la quale si patrocina la difesa, né possono continuare ad esistere autentici buchi neri dove i diritti degli stessi cittadini utenti del servizio giustizia vengono risucchiati.

Eppure, per attenuare almeno una parte dei gravi problemi esposti, frutto di un deliberato abbandono delle istituzioni, la Camera Penale ha proposto al sig. Coordinatore dei Giudici di Pace l’adozione di un protocollo sulla gestione delle udienze che prevede, fra i suoi punti principali, elementari regole quali: la fissazione di un numero massimo di fascicoli per ogni udienza, la previsione di un ordine razionale e univoco di chiamata dei processi con l’introduzione di fasce orarie, in maniera da rendere più ordinato ed efficiente lo svolgimento delle udienze, evitando al contempo inutili attese a testi e avvocati che, peraltro, affollano l’angusta auletta di udienza dalle prime ore del mattino fino a sera.

Già la semplice adozione di tale protocollo consentirebbe di alleviare non poco i problemi esposti, restituendo un minimo di decoro a tutte le parti del processo; tuttavia, nessuna interlocuzione da parte dei Giudici di Pace è intervenuta sul punto, preferendo l’assuefazione all’indecoroso stato di cose, il disordine all’ordine.

Ebbene, per molti mesi l’Avvocatura, con senso di responsabilità, ha assicurato la continuità del servizio, a scapito del proprio decoro, esponendo i colleghi più giovani a sobbarcarsi intere giornate di inutili attese in udienza, che spesso vengono ricompensate da atteggiamenti sussiegosi e prevaricatori di Giudici  e cancellieri.

Adesso, però, è ora di dire basta a questo stato di cose; è giusto che i vertici dell’Ufficio si assumano la responsabilità del fallimento in cui tutti sono stati trascinati e che ha ridotto l’Ufficio del Giudice di Pace di Torre Annunziata a paradigma nazionale del paradosso e della mala giustizia, travolgendo nel disdoro che ne consegue numerose e incolpevoli professionalità che pure con il loro onesto e meritorio lavoro quotidiano adempiono al loro dovere.

Ma soprattutto urge un intervento delle Autorità preposte, primo fra tutti Sua Eccellenza il sig. Ministro della Giustizia, affinchè provveda senza ulteriori ritardi a colmare le lacune in organico, assicurando la continuità del servizio; un servizio essenziale per il territorio, un presidio di prossimità per il cittadino, previsto dalla legge dello Stato e che, invece, al momento non è in grado di far fronte alle legittime istanze di giustizia cui è preposto.

Per questi motivi, l’Avvocatura penale, consapevole della responsabilità del proprio ruolo, pur nella vibrante protesta, rimane aperta e disponibile alla ricerca condivisa di soluzioni, ma ritiene condizione indefettibile una rapida definizione del protocollo di gestione delle udienze penali già proposto all’attenzione dei Giudici di Pace; permanendo lo stato di indifferenza alle soluzioni concrete proposte dalla Camera Penale, nel rispetto delle norme vigenti, l’Assemblea si riserva la facoltà di proclamare ben più ampie astensioni e forme legittime di protesta, non certo al fine di rivendicare per sé privilegi o interessi di categoria, bensì per ottenere il rispetto dei diritti dei cittadini che si rivolgono alla Giurisdizione di Pace nel nostro territorio e che da essa attendono Giustizia, senza differenze rispetto ad altri territori o ad altre realtà nazionali.

Pertanto, l’Assemblea generale degli iscritti della Camera Penale di Torre Annunziata, nella seduta del 31 marzo 2016,

DELIBERA

lo stato di agitazione della categoria e rimane in attesa di una celere e formale convocazione da parte delle SS.LL. Ill.me al fine di conoscere le posizioni ufficiali da Loro assunte, nell’ambito delle rispettive prerogative e funzioni, in relazione alla descritta e notoria situazione critica dell’Ufficio del Giudice di Pace di Torre Annunziata.

PROCLAMA

l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale degli avvocati penalisti per i giorni 2, 3 e 4 maggio 2016, salvo le eccezioni e le limitazioni previste dal codice di autoregolamentazione e nel rispetto della normativa di legge vigente in materia.

Ribadisce la propria disponibilità al confronto costruttivo e l’impegno serio e responsabile nell’interesse generale.

 

Torre Annunziata, 31 Marzo 2016

 

Il Segretario                                                              Il Presidente

 

Avv. Gennaro Ausiello                                             Avv. Antonio Cesarano