All’esito della consultazione degli iscritti del 27 Aprile us, la Camera Penale ha prestato la propria adesione alla bozza di protocollo per la gestione delle udienze penali, la cui pubblicazione è imminente.
I termini della questioni sono chiari: fermo restando l’impossibilità di comprimere, fino ad eliminarle, alcune facoltà previste dalla Legge, le udienze si celebreranno in maniera fisica.
Nessuna apertura al processo da remoto.
In data odierna, tuttavia, ha destato non poca sorpresa l’anticipazione di alcuni calendari, accompagnati da note illustrative delle modalità di celebrazione dell’udienza, la cui paternità è da attribuire in maniera esclusiva al singolo Giudice.
Si evince, in particolare, un atteggiamento di suggestivo favore nei confronti della trattazione delle udienze da remoto, salvo che non si tratti di rinvii, e, soprattutto, si ricava che tutte le udienze che, per numero di parti o avvocati, non possano celebrarsi fisicamente verranno trattate da remoto.
Tale impostazione non è in alcun modo condivisibile, perché stravolge, fino a capovolgerli, i principi su cui si fonda il protocollo, unico documento rispetto al quale la Camera Penale ha prestato adesione e solo dopo una consultazione dei soci.
Per tali ragioni, anche al fine di evitare qualsiasi equivoco, si ribadisce la totale contrarietà a qualsiasi impostazione che diverga da quella in precedenza illustrata ed approvata, impegnandosi, in caso contrario, ad una ferma protesta rispetto a forme di smaterializzazione del processo e di contestuale svilimento della funzione difensiva.